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Festa della Dedicazione della Basilica di San Francesco

Redazione

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Proponiamo di seguito il testo dell'omelia che fra Carlos A. Trovarelli, Ministro generale dell'Ordine dei frati minori conventuali, ha pronunciato in occasione della celebrazione per la festa della Dedicazione della Basilica di San Francesco alla presenza dei superiori generali degli ordini religiosi maschili di diritto pontificio riuniti in assemblea ad Assisi.

Pace e bene a tutti voi!
Con piacere presiedo l’Eucaristia nella Solennità della Dedicazione di questa Basilica, certo che la celebrazione darà forza e contenuto al nostro discepolato del Signore.
Prendo alcuni spunti e citazioni da un articolo del compianto fra Pasquale Magro, minore conventuale maltese, allora Direttore della Biblioteca del Sacro Convento e del Museo del Tesoro, pubblicato nel 2004, e preparato in occasione del 750° anniversario della dedicazione.
Ugolino di Anagni, eletto Papa con il nome di Gregorio IX cinque mesi dopo la morte di Francesco, diresse a tutta la cristianità, il 29 aprile 1228, la bolla con l'ordine di costruzione della chiesa in cui deporre il corpo di Francesco.
Due anni dopo, il 22 aprile 1230, con la Basilica ancora in costruzione, egli stesso dichiarò il santuario «capo e madre dell'Ordine francescano».
È importante ribadire che questo tempio votivo, nella mente di Gregorio IX è stato concepito come un atto di ringraziamento della cristianità "per la grazia ricevuta" da Dio, che aveva donato al mondo Francesco d’Assisi.
Si tratta, pertanto, di un tempio che sorge in Assisi ma si indirizza “alla cristianità universale”, come diceva papa Gregorio. E di fatto la Basilica del Santo di Assisi è sempre stata luogo di pellegrinaggio per molti cristiani, ma anche per persone di altre religioni e, spesso, anche da parte di persone che affermano di non avere un credo, ma conoscono il Santo o apprezzano il movimento francescano.
Dedicato a Dio in memoria di Francesco d'Assisi, e consacrato da Innocenzo IV nella domenica precedente la festa dell'Ascensione del Signore del 1253, il Santuario sorgeva per celebrare, lungo i secoli, il ricordo del Serafico Padre, attraverso l’espressione artistica e spirituale delle opere che lo compongono.
Non è soltanto la bellezza artistica, architettonica e decorativa a meritare all’edificio il titolo onorifico di caput et mater dell’Ordine francescano. È a san Francesco, alla presenza del suo corpo, che la Basilica deve il titolo di «capo e madre dell'Ordine». Il senso della Dedicazione si trova nel fatto che questo luogo precede ed eccelle su ogni altro "luogo francescano", a motivo della presenza stessa di Francesco.

Il vero "santuario" è in primis Francesco stesso, questo piccolo e fragile uomo “edificato” sul modello evangelico del Verbo incarnato e crocifisso: Cristo che è il vero "tempio" distrutto e ricostruito in tre giorni (Mt 26,61).
Ammiriamo, dunque, il tempio dedicato a colui che, a San Damiano, aveva ascoltato dal Crocifisso il mandato di ricostruire la "chiesa in rovina". Una chiesa che Francesco, senza saperlo né immaginarlo, avrebbe costruito con il suo stile di vita, con la sua scelta di radicalità evangelica e -appunto- nel suo stesso corpo.
San Bonaventura esprime bene con queste parole l'opera di ricostruzione che Francesco aveva compiuto in sé: «[Francesco] come una pietra destinata all'edificio della Gerusalemme celeste, era stato squadrato dai colpi della prova, per mezzo delle sue molte e tormentose infermità, e come materia duttile, era stato ridotto all'ultima perfezione sotto il martello di numerose tribolazioni» (Leggenda maggiore 14, 3: FF 1239).
Le sue reliquie sono tali grazie a una vita vissuta in santità. Oggi parliamo di san Francesco, il cui corpo è custodito in questa Basilica. Un corpo pieno di vita, una vita piena di Vangelo di Gesù Cristo; Vangelo che ha dato forma al suo corpo, ha animato il suo spirito, ha purificato i suoi sentimenti, ha orientato i suoi atteggiamenti, ha illuminato il suo pensiero … ha dato forza, senso e gioia alla sua missione in questo mondo.
Dicevamo l’anno scorso, in occasione dell’ottavo centenario della Regola bollata, che la vera regola di vita è il corpo stesso di Francesco il quale, come ricordato da San Bonaventura, si era trasformato «in una pietra destinata all'edificio della Gerusalemme celeste» al punto da essere stato insignito con i segni della passione del Signore. Gesù è l’Uomo Nuovo, che in Francesco ha voluto manifestare la nuova umanità; umanità che non ha altra porta che il Vangelo stesso.
Carissimi, in questa solennità della Dedicazione della Basilica di san Francesco, celebriamo non soltanto la bellezza del luogo sacro, ma soprattutto il fondamento che regge l’intero edificio: la statura spirituale di un uomo – Francesco – che nella sua fragilità ha vissuto il mistero di Cristo, indicando la strada verso una nuova umanità. Al Santo di Assisi ci affidiamo, perché ci ricordi come impegnarci a edificare la Chiesa con la testimonianza semplice della nostra vita.

Fra Carlos Alberto TROVARELLI
Ministro Generale

La registrazione della celebrazione è disponibile a questo link:

https://www.youtube.com/live/HSCpUbtMBpQ?si=FWYX5Ru-tMuhodSK

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