Il contributo francescano alla CBA di re Carlo III
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Nella giornata di ieri, 21 novembre, fra Giulio Cesareo, OFMConv, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento di San Francesco in Assisi, in rappresentanza della comunità dei frati del Sacro Convento, ha incontrato a Londra Carlo III, re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. L’occasione è stata l’evento tenutosi al palazzo di St. James dal titolo Reimagining our world through a Nature-First Economy della Circular Bioeconomy Alliance, ente di beneficenza istituito nel 2020 dall’allora principe del Galles e presieduto da Marc Palahí, Chief Nature Officer at Lombard Odier Investment Managers.
Scopo della CBA è fornire finanziamenti, competenze e know-how per facilitare i progetti volti ad accelerare la transizione verso una bioeconomia circolare che sia neutrale per il clima, inclusiva e in armonia con la natura.
Nel corso del dialogo sono emersi punti di contatto con la visione francescana per affrontare la sfida che i cambiamenti climatici pongono in questo tempo.
Questo è il racconto di fra Giulio sull’esperienza vissuta:
«La CBA promuove a livello globale, attraverso la cooperazione di tanti partner a livello internazionale, la transizione ecologica, e in particolare la crescita degli investimenti da parte del mondo finanziario nei confronti di tutto ciò che favorisce la rigenerazione delle terre coltivabili. La questione oramai non è soltanto non inquinare o limitare i danni dell'inquinamento: basti pensare che in Africa il 65% delle terre sono sterili perché sfruttate in maniera estensiva e non lungimirante attraverso le monoculture.
C'è un grande lavoro da fare, quindi, proprio per assicurare la vita del pianeta e la sostenibilità nel rigenerare la capacità di resilienza della natura, in primo luogo ristabilendo gli ambienti naturali e di tanti beni agricoli in una maniera “agroforestale”, in cui le piante sono all'interno del loro ambiente naturale. È stata una gioia per me, quindi, come rappresentante del Sacro Convento, poter partecipare a questo meeting a cui hanno preso parte oltre cento persone da tutto il mondo. In particolare, ho avuto modo di condividere una testimonianza sulla visione francescana della creazione come un dono. Il dono è una categoria che tiene insieme la bellezza e il valore di ciò che esiste, ma anche la responsabilità di custodirlo e utilizzarlo nel modo migliore, perché un dono non si spreca, ma va maneggiato sempre con cura.
Ho condiviso questa visione di Francesco della creazione in un tavolo di rappresentanti spirituali, quindi non strettamente economici o aziendali, che come me erano invitati a questo meeting. C’erano rappresentanti degli indigeni della Nuova Zelanda, degli Stati Uniti e dell’Ecuador, persone che promuovono una rivoluzione culturale all’interno dell’economia, il cui criterio fondamentale non può essere soltanto il prodotto interno lordo.
Alla fine dell’evento – momento arricchente di formazione e condivisione – ci ha raggiunti re Carlo. A lui ho offerto in dono un bellissimo libro redatto per i 750 anni della Basilica, in cui sono presenti foto di ospiti illustri, tra cui la regina Maria, sua nonna. Abbiamo così convenuto che anche re Carlo, che ha una forte sensibilità ecologica, può trovare in san Francesco un'ispirazione, perché la visione francescana della creazione e della natura ha certamente dei punti di contatto anche con la visione laica e di re Carlo stesso. Tutti siamo chiamati a creare ponti per governare questo tempo e per passare a un'economia, un'industria e un'agricoltura che siano a favore della vita e non della distruzione e delle ingiustizie».
È possibile rivedere le immagini dell'incontro a questo link: https://www.youtube.com/live/AHLzKf1haaQ
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